Durante i primi incontri di preparazione de La città di Antigone la
mia maggior preoccupazione è stata quella di memorizzare al meglio le
parole e i gesti che mi venivano assegnati, di seguire col massimo
scrupolo le indicazioni di Andreina, anche quelle che mi parevano
bizzarre (vedi scarpe coi tacchi). Penso: a 53 anni metto la faccia in
qualcosa di nuovo e di imprevisto, non posso sfigurare, non posso
compromettere il lavoro delle altre o deludere le aspettative di chi ha progettato questa cosa! Devo dare il meglio che posso.
Poi man mano che siamo andate avanti nel lavoro, sono stati il senso
delle parole di ognuna, il significato dei gesti di ciascuna, la verità
delle storie che raccontano a impossessarsi dei miei pensieri e delle
mie emozioni.
Arrivare
puntuale alle prove, spendermi al meglio nel lavoro, cecare la
consonanza con le altre donne hanno così, progressivamente assunto
l'urgenza dell'etica. Stiamo
facendo teatro, certo, e lo stiamo facendo da non professioniste, è
vero, e il teatro attiene all'estetica, verissimo, ma l'estetica e la
tecnica non bastano e non spiegano.
E'
una prova di cittadinanza quella a cui siamo chiamate, sia pure nel
breve tempo e nello spazio "neutro" di una rappresentazione, e la
cittadinanza riceve valore e sostanza dall'etica. Non si tratta soltanto
di comunicare e dare buona restituzione scenica a storie intense, vive
ed emozionanti; si tratta di raccogliere una testimonianza di verità, di
riconoscerla e continuare a farsene carico anche nel quotidiano.
Patrizia
Siamo tante ... così diverse ... così meravigliose.
A
volte mi immagino di guardarci dall'alto e ci vedo come alberi di un
bosco improvvisato. Ci sono alberi più esili che però si elevano con i
loro giovani rami, sicuri e decisi e ci sono alberi più forti e grandi
con i rami tesi al cielo che testimoniano il loro vissuto intenso e
sembra non temino nulla. Poi ci sono alberi che vengono da luoghi
lontani e che, anche se ben diversi e distinti, si uniscono agli altri
negli stessi gesti e nel desiderio di creare una comunione di pensieri
ed emozioni.
E
poi c'è il vento ... gentile, severo, a volte burrascoso che passa tra
noi, accarezza le nostre foglie e guida i nostri rami in una danza piena
di significati per trasmettere messaggi a chi desidera ascoltarli e
solleticare l'anima di chi è pronto a volerli percepire. Si sente
l'affinità crescere incontro dopo incontro e vorrei che le nostre
"radici" si intrecciassero lievemente per proseguire nel percorso più
unite e consapevoli ora e nel tempo che verrà.
Simona
Foto di Ilaria Ghidini
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